Quel giorno che ho scalato un Vulcano!

Antigua (Guatemala), 9 Agosto. Ore 6.00. 

Sono in un comodo letto del mio hotel e non riesco a pensare ad altro che agli ultimi 2 giorni. Esattamente 24 ore fa mi trovavo sulla vetta del Vulcano Acatenango, a 3976 metri, con le gambe tremolanti, il cuore che batteva all’impazzata e le lacrime agli occhi dall’emozione.

È proprio vero, sta tutto nella testa. Certo, un pochino contano anche le ore spese in palestra, ma è stato così quando ho corso 10 km, senza aver mai corso in vita mia. Ed è stato così per questa scalata!

Non avevo mai scalato un Vulcano, tanto meno, mai fatto 1800 metri di dislivello in un giorno e mezzo!

Ma questa è la fine.

Partiamo dall’inizio.

Antigua (Guatemala), 7 Agosto.  

Sono passati a prenderci verso le 9.20, davanti a nostro hotel. Eravamo gli ultimi del gruppo e ad attenderci, sul minivan, c’erano già i nostri compagni di avventura: 13 ragazzi, provenienti da varie parti del Mondo.

Siamo passati a prendere l’attrezzatura: tenda, materassino, sacco a pelo e sacchetto con il cibo. Da lì, circa 45 minuti di strada per raggiungere La Soleda, punto di partenza del trekking, a 2200 metri.

Abbiamo riempito i nostri zaini con l’attrezzatura e li abbiamo consegnati al nostro portadores. I 200 Quetzales meglio spesi di tutta la vacanza: un cavallo avrebbe trasportato i nostri zaini per noi!! Gli unici del gruppo ad averci pensato (meno male che mi informo sempre prima di partire!). Gli altri hanno scalato il vulcano con i pensati zaini sulle spalle. Degli eroi ai nostri occhi! Anche se, a detta loro, ci hanno molto invidiato!!

Alle 11 è iniziata la scalata e l’inesorabile salita. Oggi abbiamo da fare quasi 1400 metri di dislivello! Ci aspettano diverse ore di salita pesantissime. Ogni mezz’ora circa la nostra guida ci fa fare delle brevi soste per riprendere fiato.

Attraversiamo paesaggi diversi: campi di mais, sottobosco, fitta natura che lentamente si dirada per lasciare posto a canyon scavati nella terra, una terra che diventa sempre più scura man mano che saliamo.

Ad un certo punto inizia anche a piovere. Ci copriamo con i kway e non ci fermiamo. La strada è ancora molta. Per fortuna piove solo per mezz’ora, ma inizia a fare freschino, e una specie di nebbia ci avvolge, creando un’atmosfera surreale. Decidiamo di restare coperti.

Verso le 13.15 ci fermiamo per pranzo. La pausa più lunga, circa 40 minuti. Preferiamo non mangiare troppo per non appesantirci: manca ancora molto al campo tendato.

Si riparte, i muscoli si sono raffreddati, ma la salita non ci risparmia nemmeno un metro. Camminiamo in mezzo alle nuvole e continuano a sentirsi tuoni in lontananza, dentro di me prego che non ricominci a piovere. Il terreno è troppo friabile e con la pioggia sarebbe troppo difficile. Per fortuna il meteo è stato clemente!

La vegetazione inizia a cambiare, gli alberi sono solo dei tronchi spogli, i fiori sempre meno e le foglie delle piante si inspessiscono e assumono forme adatte a raccogliere acqua.

Anche se il fiato inizia a scarseggiare, si chiacchiera con il resto del gruppo. Il bello di viaggiare è anche questo, conoscere persone nuove e storie di vita diverse. 

Sono le 15. L’ultima ora di fatica! Per fortuna, finalmente la salita si alterna con qualche tratto in piano, dando tregua alle nostre stanche gambe. Lo sa bene la nostra guida, Angelito: ha scalato questo vulcano 356 volte negli ultimi 16 anni!! Conosce a memoria il sentiero.

Alle 16, quando la stanchezza ormai ha preso il sopravvento e le gambe rispondono a fatica, ecco il nostro campo!! Urliamo dalla gioia. Siamo arrivati. Per oggi è finita!

Montiamo le nostre tende e ci organizziamo per la notte.

Facciamo giusto in tempo a sistemare gli zaini nella tenda che Fuego, il vulcano di fronte a noi, ci dà il benvenuto con un’eruzione stupenda! Un enorme e denso fumo che fuoriesce dal suo cratere. Non c’è lava … ma è incredibile, una forza della natura!

Lo fotografiamo e a bocca aperta ammiriamo lo spettacolo che ci regala. Una meritata ricompensa dopo 5 ore di fatica!

Più tardi, ci scaldiamo davanti al fuoco, mangiamo le calde zuppe e beviamo whisky (gentilmente offerto dalle nostre guide…anche quello serviva a scaldarsi!!). L’atmosfera è allegra e piacevole, nonostante ci si conosca da poche ore, sembra di essere dei vecchi amici. In poche ore, però, cala il buio e la stanchezza prende il sopravvento! Sono solo le 19 ma andiamo già a dormire. Purtroppo il cielo è coperto, non si vedono le stelle, nè Fuego ci regala altre eruzioni. Ci addormentiamo in pochissimo tempo, con il suono del vento e dei tuoni in lontananza.

Domani ci aspetta la fatica più grande. 

Vulcano Acatenango (Guatemala), 8 Agosto.

Alle 3.30 passano a svegliarci e in men che non si dica, siamo pronti a ripartire, indossando tutto ciò che abbiamo a disposizione. Giusto il tempo di ammirare il cielo: è un tappeto di stelle! Tutto è buio attorno a noi, tranne, ai nostri piedi le luci della città. Un risveglio così capita poche volte nella vita. Scattiamo velocemente qualche foto e partiamo.

Con il freddo, il buio, lo stomaco vuoto e la frontale in testa … iniziamo la ripidissima salita, su un sentiero quasi inesistente. Sono gli ultimi 400 metri di dislivello per raggiungere la vetta del Vulcano.

I nostri piedi affondano nella cenere: è morbida e per ogni passo in avanti, ne fai due indietro. Le gambe stanche dal giorno prima, fanno fatica, tremendamente fatica. Vado in affanno, faccio fatica a respirare. Oggi sono davvero in difficoltà. Vorrei fare qualche foto, ma sono troppo concentrata e affaticata. Davide mi supporta e mi dà la carica e la forza di proseguire. Cammino lentamente, sempre più lentamente. A volte la fatica è talmente grande che mi devo aiutare con le mani per salire e non cadere indietro.

Il gruppo inizia a dividersi, ognuno ha il suo ritmo, il suo passo ed è giusto così: è necessario trovare dentro di sè la forza per superare questa sfida.

L’ultima mezz’ora è la più difficile. Vedo la vetta, ma non riesco a raggiungerla. Sto per mollare, vorrei abbandonare tutto. La mia testa è un tornado di sensazioni: sofferenza, senso di rinuncia, rabbia e timore di avere avuto la presunzione di poter fare qualcosa che forse è più grande di me. Ma allo stesso tempo viene fuori la grinta e l’incredibile voglia di affrontare questo maledetto Vulcano, vedere cosa c’è su quella cima. Arrivare a quasi 4000 metri. Non posso fermarmi qui, non voglio!

Davide mi porta lo zaino e questo mi aiuta per l’ultimo tratto. Senza di lui non ce l’avrei mai fatta.

E finalmente, dopo 2 ore di salita, i nostri piedi toccano la Vetta. Acatenango, ti abbiamo conquistato!

Mi butto per terra e, con lo sguardo verso il cielo, con immenso orgoglio, scoppio a piangere.

La fatica più grande della mia vita. Ma sono fiera di me. 

Appena mi riprendo, mi godo lo spettacolo.  Il profilo nero dell’Acatenango e in lontananza gli altri vulcani, Fuego e Pacaya; dietro di noi il Lago Atitlan (la prossima tappa del viaggio) e di fronte a noi l’alba di un nuovo giorno e il Guatemala che si sveglia ai nostri piedi. E poi ci sono le nuvole, un tappeto candido e morbido: come essere su un aeroplano!

Improvvisamente, mi abbandonano tutti i cattivi pensieri e capisco che ne è valsa la pena, che senza quell’enorme fatica non avrei mai potuto godere di questo paesaggio e di queste sensazioni. Sono gasata e incredibilmente fiera di me, anzi di noi!

Il vento è fortissimo, vediamo il sole sorgere e, in circa 45 minuti, torniamo giù al campo tendato, affondando nuovamente i nostri piedi nella cenere, quasi come fosse neve fresca.

Facciamo colazione, smontiamo le tende e ripartiamo. Ci aspettano 2 ore e mezza di discesa, per tornare a La Soleda. Non è la fatica del giorno prima, ma comunque l’ennesima dura prova per le ginocchia!

Ma tanto noi ormai ci sentiamo invincibili!

Hasta Luego Acatenango.

INFORMAZIONI PRATICHE PER ORGANIZZARE IL TREKKING SULL’ACATENANGO

Trekking Acatenango: Dove prenotarlo?

Antigua è piena di agenzie che organizzano il trekking di due giorni sul Vulcano Acatenango. Le migliori in fatto di recensioni e qualità del tour sono la OX EXPEDITIONS e la OLD TOWN OUTFITTERS. Il costo per l’escursione è di 89$ con la prima agenzia e di 170$ con la seconda. Queste agenzie hanno un sito internet, hanno delle dettagliate informazioni, mettono a disposizione guide bilingue, un cuoco che prepara il pasto direttamente sul vulcano ed un bagno chimico.

Poi ci sono tutte le altre agenzie. Non sono così organizzate, offrono dei pasti al sacco molto semplici, la guida è locale e i bisogni si fanno tra le fresche frasche! Il prezzo, però, va da 20 a 30$.

Noi ci siamo voluti fidare di una di queste agenzie locali, prenotando l’escursione direttamente ad Antigua, il giorno precedente. Abbiamo scelto la GT ADVENTURE TOURS che in quei giorni offriva il trekking ad un prezzo scontato: 20$ a persona!

Il prezzo comprende: guida, tenda, sacco a pelo, materassino e pasti per i 2 giorni (2 panini, 1 zuppa di noodles istantanea, 1 brioche per la colazione, 1 yogurt e 1 banana).

Trekking Acatenango: Quanto dura?

Partenza trekking: ore 11.00 da La Soleda (dove si arriva con il minivan)

Arrivo al campo base: ore 16.00 circa (a seconda dei ritmi del gruppo)

Partenza secondo giorno: ore 4.00 del mattino

Rientro in hotel ad Antigua: si riparte da La Soleda verso le 11. Noi alle 12.00 eravamo in hotel. In questo modo è possibile fare dei trasferimenti già il pomeriggio stesso, anche se ti assicuro che sarai stanco e avrai voglia di farti una doccia! Il mio consiglio è di partire la mattina seguente, come puoi leggere dal mio itinerario.

Trekking Acatenango: Cosa portarsi?

Ho visto persone scalare il vulcano con scarpe tipo Converse, senza guanti nè cappello e altri addirittura senza giacca … hanno dovuto usare il sacco a pelo per scaldarsi!

Questo per dirvi che ciò che vi porterete è fondamentale per la vostra sopravvivenza!! E’ preferibile spendere qualcosa in più per l’abbigliamento tecnico, che tiene più caldo, ma è più leggero come peso e ingombro.

Di seguito, quindi, tutto ciò che vi potrà servire:

  • guanti in pile
  • cappellino in lana
  • scaldacollo in pile (2,99€ alla Decathlon!)
  • 2 paia di calze pesanti per scarpe da trekking
  • scarpe da trekking
  • pantaloni lunghi da trekking (vanno bene anche quelli leggeri)
  • pantacollant (da mettere sotto i pantaloni)
  • canottiera intima
  • 2 magliette a maniche corte (una con cui partire e una di ricambio)
  • maglia felpata di tessuto tecnico a maniche lunghe
  • micropile
  • giacca a vento o micropiumino (se non volete portarla, è possibile noleggiarla presso l’agenzia)
  • kway
  • sacco lenzuolo (per non dormire direttamente nel sacco a pelo)
  • luce frontale (io mi trovo benissimo con questa comprata su Amazon)
  • circa 4 litri di acqua a persona (si, hai letto bene! Vi serviranno, oltre che per diseetarvi, anche per fare il caffè e le zuppe istantanee)
  • snack (noi ci siamo portati delle barrette energetiche, dei cracker e del cioccolato fondente. A pranzo, per stare leggeri, ma avere energia, abbiamo preferito mangiare queste cose, piuttosto che i panini che ci avevano dato)
  • sali minerali effervescenti (sono stati la manna dal cielo! Li abbiamo sciolti nell’acqua e sono stati utilissimi per la scalata). Noi abbiamo usato quelli della Vitasì (che trovi anche al supermercato): RICARICA DI SALI MINERALI (potassio e magnesio) + POTENZA (taurina, arginina e carnitina).
  • medicine (puoi guardare l’elenco dei medicinali da qui e aggiungere l’ASPIRINA in granuli – che si scioglie sotto la lingua- che può aiutarti in caso di mal di testa da alta quota. Noi per fortuna non ne abbiamo avuto bisogno)
  • crema solare (noi stupidamente non l’avevamo, ma il sole picchia! Quindi ti consiglio di metterne un po’ durante la salita)
  • coprizaino da pioggia
  • carta igienica (io avevo “preso in prestito” un rotolo dall’hotel)
  • spazzolino e dentifricio (non portare altro, tanto non potrai lavarti!)
  • un asciugamano piccolo, di quelli in microfibra che diventano piccoli piccoli
  • macchina fotografica, cavalletto (se ti piace fotografare in notturna) e/o Go Pro (ti sconsiglio di portare l’asta … sarai talmente affaticato che è scomodo camminare con quella. Piuttosto puoi usare il supporto da testa o da braccio, oppure la clip come ho fatto io)
  • cuscino gonfiabile (per dormire un po’ più comodamente in tenda – noi abbiamo usato quello da aereo)
  • batteria esterna (ovviamente sul vulcano non c’è elettricità)
  • zaino da almeno 50 litri per farci stare, oltre a quanto elencato, anche tenda, sacco a pelo e materassino, forniti dall’agenzia.

Attenzione! Anche se siete in 2 (e condividerete la tenda), vi chiederanno di portare uno zaino a testa.

Trekking Acatenango: Un Aiuto indispensabile!

Per vivere meglio l’esperienza e fare un po’ meno fatica, avendo risparmiato sull’escursione, ti consiglio di pagare un porter, ovvero un guatemalteco, che con il suo cavallo, trasporterà il tuo pesante zaino.

Questo servizio ha un costo fisso e va pagato direttamente al porter. Il prezzo è di 200 quetzales (circa 23€) a persona a tratta (potreste decidere di utilizzarlo solo per la salita …  o per tutta l’escursione, come abbiamo fatto noi!). Il prezzo è decisamente più alto dell’escursione in se, ma vi assicuro che è una dura prova per il fisico dover portare tutto quel peso sulle spalle (ti ricordo che dentro avrai la tenda, il sacco a pelo, 4 litri di acqua, ecc.!!).

Quindi, come ti dicevo, i soldi meglio spesi della vacanza!

Se deciderai di utilizzare il porter ti basterà dirlo in agenzia, al momento della prenotazione. Inoltre, ti suggerisco di portare con te un piccolo zainetto, dove metterai un po’ d’acqua, la macchina fotografica, il kway e la giacca. Insomma, quelle cose di cui avrai bisogno a portata di mano durante il trekking, considerando che comunque il porter camminerà con il gruppo, ma non sempre così vicino.

Trekking Acatenango: Cosa indossare e quando?

Il segreto è vestirsi a cipolla e, per combattere il freddo, avere sempre uno strato leggero a contatto diretto con la pelle (canottiera e pantacollant).

Da La Soleda fino a metà scalata fa comunque caldo, quindi non partite troppo pesanti. Non dimenticate che a camminare ci si scalda parecchio!

Dal campo base alla vetta del Vulcano, invece, fa davvero freddo! Sopratutto in vetta c’è un vento incredibile.

Ecco come abbiamo affrontato noi il Vulcano ad Agosto.

Partenza: pantaloni lunghi, canottiera intima e maglietta a maniche corte.

A metà del cammino: abbiamo indossato il kway perchè ha iniziato a piovere, ma comunque iniziava a fare freschino! Nell’ultimo tratto abbiamo aggiunto scaldacollo e guanti.

Notte: nonostante il sacco a pelo fosse pesante, faceva freddo! Io ho dormito con i pantacollant e il pile.

Partenza secondo giorno alle 4 del mattino: abbiamo indossato tutto! Faceva molto freddo. Quindi: pantacollant, pantaloni, canotta, maglietta a maniche lunghe, pile, giacca e kway! E ovviamente scaldacollo, guanti e cappello.

Discesa dalla vetta fino al campo tendato: ho tolto il kway!

Discesa dal campo tendato fino al pullman: ho tolto un po’ di strati, restando con la maglietta a maniche lunghe.

4 thoughts on “Quel giorno che ho scalato un Vulcano!

    • gina says:

      Siiii!! proprio grazie a te!! Una delle fatiche pià grandi della mia vita ma ne è valsa la pena!!! grazie ancora per tutti i tuoi preziosissimi consigli:)

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